Una vicenda di merda
Proprio ieri, per quanto ne comprendessi il senso, biasimavo un commento inserito in calce all’ultimo post sul massacro di Gaza, che accomunava genericamente gli “Arabi” quali persecutori di Israele. Arabi dei quali esistono invece milioni di persone per bene, che vivono ormai in tutto il mondo e che nulla hanno a che vedere coi criminali di Hamas. Poi, nel pomeriggio, la notizia dell’aggressione in un autogrill del milanese di un cittadino francese la cui colpa era indossare la Kippah ebraica, durante la fila per portare al cesso il figlio di sei anni, colpevole a sua volta di non volersi fare la pipì addosso. Lascio a chi legge indovinare il perché di una vicenda che definire “di merda” sarebbe un oltraggio alla merda. Quello che indigna, però, non è la medesima sostanza organica della quale sono composti i quattro, o cinque, coraggiosi paladini di giustizia che si sono distinti in questo nobile gesto, sicuramente fatto per salvare i bambini di Gaza. Bensì la merda, inodore e incolo...