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Una vicenda di merda

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Proprio ieri, per quanto ne comprendessi il senso, biasimavo un commento inserito in calce all’ultimo post sul massacro di Gaza, che accomunava genericamente gli “Arabi” quali persecutori di Israele. Arabi dei quali esistono invece milioni di persone per bene, che vivono ormai in tutto il mondo e che nulla hanno a che vedere coi criminali di Hamas. Poi, nel pomeriggio, la notizia dell’aggressione in un autogrill del milanese di un cittadino francese la cui colpa era indossare la Kippah ebraica, durante la fila per portare al cesso il figlio di sei anni, colpevole a sua volta di non volersi fare la pipì addosso. Lascio a chi legge indovinare il perché di una vicenda che definire “di merda” sarebbe un oltraggio alla merda. Quello che indigna, però, non è la medesima sostanza organica della quale sono composti i quattro, o cinque, coraggiosi paladini di giustizia che si sono distinti in questo nobile gesto, sicuramente fatto per salvare i bambini di Gaza. Bensì la merda, inodore e incolo...

Lo Stato e le canaglie II

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Un genocidio si definisce come tale quando è finalizzato allo sterminio di un popolo in quanto tale. È stato genocidio tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso la Shoah , perché i nazisti intendevano sterminare il popolo ebraico in quanto tale: 6 milioni di morti. È stato genocidio quello degli Armeni , posto in essere dall' Impero Ottomano  tra il 1915 e il 1923, perché intendeva sterminare quel popolo in quanto tale: 3 milioni di morti. È stato genocidio quello operato in Ruanda nel 1993 sul popolo Tutsi , perché gli Hutu volevano sterminare quell’etnia in quanto tale: un milione di morti. Lo stato israeliano sta sterminando migliaia di Palestinesi in operazioni di guerra intese a distruggere l'organizzazione terroristica formata da criminali, stupratori, denominata Hamas. Quindi indipendentemente dal fatto che le vittime siano tali, ossia Palestinesi. Motivo per cui non lo si può  definire genocidio e chi usa quel termine sbaglia – alcuni in buona, altri in mala fede – r...

Liceo Pol Pot

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Lo giuro: avevo deciso che non avrei mai trattato questo argomento, talmente mi fa incazzare. Ho resistito fino a oggi, confortato anche dal fatto che un colosso della sociologia come Chiara Saraceno , nei giorni scorsi, sulle pagine de La Stampa , avesse sorriso sull'ipotesi che la scuola italiana – stando alla vulgata dei “ribelli muti” all’esame di maturità - sia poi così competitiva. Finché, sempre sullo stesso giornale, proprio questa mattina ho cozzato contro la foto in prima pagina (!) – più un’altra mezza all’interno (!) – riproducente l’espressione … di un diciannovenne romano   che denunciava di aver «messo da parte il (proprio) benessere mentale (mica cazzi!)» per colpa di «un sistema scolastico alienante e cieco». È stato lì che ho sentito come una sorta di “chiamata”, cui non ho potuto resistere. Decidendo così di dargli una mano. Caspita, mi sono detto, dev’essergli successo qualcosa di davvero grave per maturare una scelta tanto drastica. Perbacco, per mettere da pa...

Cinque giorni

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Gli uomini di età compresa tra i dodici e i sessant'anni venivano separati dalle donne e il generale, circondato dai suoi uomini, rassicurava che sarebbero tutti stati sistemati al più presto, fuori dalla città assediata. Non abbandonatevi al panico – diceva loro – Donne e bambini passino per primi. Attenti che nessuno dei bambini si perda. Distribuiva anche dolci, a quei piccolini. Sui mezzi, invece, erano stipate migliaia di persone, tra cui molti adolescenti. Prima di essere trucidati venivano prelevati a piccoli gruppi e maltrattati con ogni mezzo, comprese sassate e pugnalate. Le uccisioni continuavano senza sosta, in un'atmosfera di ubriaca euforia, con ogni mezzo: anche con il lancio di granate nei luoghi dove i prigionieri erano raccolti. Non soltanto sugli uomini, ma anche sulle donne incinte, sui bambini e sugli anziani. Su alcuni di loro si sparava semplicemente per ferirli, ad altri venivano invece tagliate le orecchie . Non poche donne, infine, venivano stuprate. ...

Una modesta proposta, per una questione mal posta

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Immaginiamo che siano i bancari, o i dipendenti pubblici, oppure gli operai della Fiat . Immaginiamo che nelle ore centrali del giorno, il caldo per qualche motivo raggiunga – anche nei loro ambienti di lavoro - temperature reputate pericolose per la loro salute. Immaginiamo che i sindacati chiedano, per quell’orario, una sospensione obbligatoria delle attività lavorative. E immaginiamo, che quelle ore … non vengano retribuite, mentre i clienti delle banche, gli utenti degli uffici e le commesse della fabbrica continuano invece a richiedere i relativi servizi, come se nulla fosse. È questo ciò che sta accadendo per i rider – rigorosamente a partita Iva e quindi senza alcuna garanzia e meno che mai tutela - che consegnano i pasti in giro per le città assolate. Quale soluzione i sindacati chiedono appunto il blocco a costo zero per tutti (a guadagno zero per chi subisce il divieto), ma ovviamente le piattaforme non intendono assumersi l’onere economico a indennizzo dei ciclisti, bensì ...