Cacciateli
Il disegno di Legge appena presentato dal Governo a firma del ministro per l'agricoltura Francesco Lollobrigida e altri, inteso a ridisciplinare lo svolgimento della caccia nelle Regioni italiane, avrebbe del comico e surreale, se non fosse per il pericolo latente che tale liberalizzazione - per usare un eufemismo - comporta; grave al punto da dover preoccupare chiunque e non soltanto gli animalisti. Da ridere, per non piangere, si diceva, il fatto che le Norme proposte dovrebbero servire a «tutelare la fauna selvaggia», per poi aggiungere un più onesto «e la caccia», per poi compiere un salto all'indietro di decenni in fatto di concessioni agli amanti della doppietta, definibili quanto meno anacronistiche. Qualche esempio a caso? Esercizio della caccia già dal sedicesimo anno di età, possibilità di abbattere animali durante il cosiddetto perodo della migrazione prenuziale, l'utilizzo degli uccelli catturati come richiami vivi - senza alcun limite - ossia tenuti al freddo per un tempo prestabilito che spesso dura parecchi mesi. I "richiami" sono così impediti di volare, in un crescendo di crudeltà che li porta a scambiare il periodo di caccia, ovvero i mesi più freddi, con i mesi estivi, durante i quali vengono fatti vivere al buio. Tali pratiche spaventose, secondo gli autori del disegno che si spera resti "fuori" Legge, potranno essere svolte - ci si riferisce alla caccia intesa come utilizzo delle armi da fuoco e persino di archi, balestre, fiocine e falco (sic) - anche in aree demaniali come spiagge e foreste. Le attività potranno avvenire dopo il tramonto e - in un crescendo questa volta di incosciente follia - essere oggetto, con tutto ciò che ne consegue per la sicurezza pubblica, di gare notturne (sic) pienamente legalizzate. E, sempre procedendo nel delirio, secondo i firmatari del progetto inteso a tutelare anche l'ambiente sarà possibile sparare - perché no, del resto - da «aeromobili, da veicoli a motore e da natanti in movimento a velocità superiore a 5 km l'ora», restando esclusi - ma soltanto perché lo prevede una direttiva europea - «i natanti a motore con velocità superiore ai 18 km orari». Ora, detta così, sembrerebbe che i padri di tutte le idiozie contenute nel disegno in attesa di approvazione - forse colti dal rimorso - lo abbiano redatto proprio in maniera tale, da essere assolutamente certi che non possa mai essere approvato. Allo stesso modo, siccome tra i più agguerriti detrattori di questa iniziativa andata assai oltre i confini della realtà compare anche Giovanni Storti, si era pensato in un primo momento che il documento fosse il copione di una gag scritta dal comico milanese, per essere interpretata nel prossimo film coi colleghi Aldo e Giacomo. L'ipotesi purtroppo subito smentita, ha invece lasciato il posto a una certezza assai più grave. Quella di sanzioni pecuniarie fino a 900 euro, per chi protesta contro le uccisioni durante l'esercizio venatorio. Che sarebbero multe persino legittime, poiché comminate in conseguenza di una violazione di Legge, per quanto ingiusta. Se non si trattasse di una forma di disobbedienza civile, però, praticata nel medesimo Paese dove nulla invece accade a chi sputa in faccia agli agenti di polizia durante le manifestazioni, a chi blocca il traffico per ore sdraiato sull'asfalto e, soprattutto, a chi impedisce la regolare presentazione di un libro. Dare voce a chi non ce l'ha, evidentemente, è un reato più grave che toglierla a chi avrebbe invece il diritto di usarla.

Commenti
L'ipotesi che sia un parto spontaneo dei nostri legislatori è troppo deprimente.
Posso aggiungere idioti, incapaci e anche un po' maledetti?
Nadia Mai