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Visualizzazione dei post con l'etichetta Giustizia

Contro-partner

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In Italia seicentoquaranta; In Alemagna duecento e trentuna; Cento in Francia, in Turchia novantuna; Ma in Ispagna son già mille e tre .   Povero don Giovanni , celeberrimo protagonista dell’omonima opera buffa di Mozart, il cui servitore, Leporello , all’inizio del V atto illustra a “ madamina ” Elvira il “catalogo” da lui stesso redatto sui gusti e soprattutto le conquiste amorose del citato padrone. Povero, don Giovanni lo era allora, siccome donna Elvira – sua vecchia fiamma ancora invaghita di lui – cercava invano di ricondurlo sulla retta via della morale. E ancor più povero sarebbe probabilmente oggi, grazie a un emendamento all’ articolo 609 bis del codice penale , già approvato dal Parlamento e convertito definitivamente in Legge dello Stato. Nato con il nobile tentativo di ridurre le violenze sessuali, il disposto si basa sul requisito indispensabile per chiunque si accinga a iniziare un atto sessuale, di acquisire un preventivo – esplicito - consenso da parte...

Mamma, ho perso la spranga

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Dunque, ricapitoliamo. Chicco - il nome è di fantasia: ha solo sedici anni - l’altra mattina, come riportano le cronache, stava «abbastanza bene». Tuttavia, proprio mentre l’intero Paese si stava rincuorando, ecco che subito ha precisato di essersi «accorto – la sera prima - di avere sul corpo altri lividi». In quali parti non lo ha specificato, ma qualche indizio lascerebbe pensare alle nocche delle dita e alle punte dei piedi, ossia le parti del corpo con cui il mattino precedente ha colpito due agenti di Polizia, colpevoli di avergli impedito (così secondo i cronisti presenti), di strappare insieme ad altri colleghi che si battono per la libertà di stampa , di opinione e di espressione (le loro, naturalmente), i volantini che il movimento giovanile di Fratelli d’Italia stava distribuendo davanti al Liceo “Albert Einstein” di Torino . Certo, va detto senza reticenze che ammanettare il povero Chicco per i soli tre reati contestati, di “resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e viol...

GuantOnamo

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Immaginate di avere 75 anni e di aver servito - fino a prova contraria (ossia fino a quando non sia stato dimostrato il contrario, al termine del terzo grado di Giudizio) – lo Stato italiano già dagli anni più feroci della lotta alla mafia, in una carriera nella Polizia di Stato che vi ha fatto raggiungere il rango di questore prima e prefetto poi. Immaginate che quando di anni ne avevate trenta, lavorando al fianco di magistrati come Pietro Grasso – poi presidente del Senato – abbiate preso parte alle indagini sull’ omicidio dell’allora presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella , avendo gestito una possibile prova di quel delitto – poi misteriosamente scomparsa - senza che alcuno di quei magistrati abbia mai ritenuto di dover sollevare il minimo dubbio sul vostro operato. E immaginate ancora che per quel delitto siano stati indagati personaggi del terrorismo nero , già in carcere all’ergastolo per altri delitti, i quali oltre a rammaricarsi di non averlo compiuto, sono...

Palla Capestro

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Ci dev’essere qualcosa che davvero non funziona nel mondo dell’informazione, per trattare com’è stato trattato l’omicidio dell’autista pistoiese che accompagnava i tifosi della locale squadra di pallacanestro nella trasferta di Rieti , domenica scorsa, ucciso sulla strada del ritorno da un sasso lanciato da delinquenti, definiti però come membri dell’opposta tifoseria. Partendo dai giornali usciti in edicola lunedì, infatti, quasi nessuno (senza stare a far nomi) riportava la notizia in prima pagina. Come se fosse normale, tanto più parlando di basket, ammazzare le persone a pietrate dopo un evento sportivo. Quei pochi che lo hanno fatto, tuttavia, hanno ritenuto di privilegiare gli «Scontri tra le tifoserie», o «L’assalto al bus», relegando nel cosiddetto “catenaccio” esplicativo dei fatti, sotto appunto il titolo, il dettaglio evidentemente secondario che fosse stato «Ucciso un autista». Qualche titolo in più questa mattina, ma non per esprimere sdegno e dolore, bensì – come se aves...

Inciampati speciali

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C’è qualcosa di ancora più disgustoso dell’arroganza e della violenza politica che, nascosta dietro a striscioni inneggianti a terroristi assassini, volgarizza e offende nella piena, rassegnata, accettazione di manifestanti cosiddetti pacifici, sindacati e partiti politici aderenti, una data nella quale si dovrebbe, in silenzio, celebrare soltanto il dolore delle vittime di quegli stessi assassini. Si tratta dell’arroganza ammantata del moralismo di chi pretende di avere ragione, senza neppure immaginare la legittimità di un’altra posizione, quand’anche parzialmente, contraria. Un presupposto di melensa superiorità etica e morale, in conseguenza del quale il mondo intero dovrebbe sentirsi in debito altrettanto morale, per il solo fatto che certi individui esistano. Di sicuro deve ringraziarli la politica in generale, che ormai priva di vergogna, prima ancora di idee, appare impegnata soltanto nella ricerca di testimonial capaci di portare voti. Il sessismo di Vannacci e le occupazioni ...

Giustizia è sfatta

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  C’è un ex capo di Stato, a Parigi, che dopo 14 anni dall’epoca dei fatti e 10 tra indagini e processo, pur proclamandosi innocente rispetto a un reato di finanziamento illecito da 10 milioni di euro durante la sua ultima campagna elettorale, che però non si sono mai trovati e che come è stato riconosciuto lui non ha mai intascato, è stato condannato a cinque anni di reclusione. In primo grado. Non importa se colpevole o innocente, ma in ogni caso nel pieno diritto di ricorrere in appello – cosa che ha fatto - verso una sentenza emessa, oggettivamente, in assenza di prove ineluttabili e di fronte appunto a una negazione dei fatti. Una fattispecie che in qualsiasi Stato che possa definirsi “di Diritto”, aggiunta all’impossibilità da parte dell’imputato di reiterare il reato, alla mancanza di pericolosità sociale e, tantomeno, di rischio che intenda fuggire, consentirebbe a chiunque di attendere in libertà il giudizio di secondo grado. Non a lui. Il prossimo 13 ottobre andrà in carc...

Le due facce della merdaglia

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Chi è un garantista autentico e da sempre, non può che gioire della decisione assunta dalla commissione affari giuridici dell'Eurocamera, di non revocare l’immunità europarlamentare – che è assoluta, in quanto rimanda l’eventuale processo al termine del mandato elettorale – a Ilaria Salis (foto). Non in quanto Salis, i cui titoli di demerito penale e personale parlano da soli (due condanne definitive e 29 denunce), bensì, come definito dallo stesso Parlamento UE , in quanto l’immunità parlamentare protegge gli aventi diritto: «da persecuzioni politiche arbitrarie e pressioni esterne». Ben lontana quindi dal voler essere un privilegio di casta, l’immunità risulta essere: «uno strumento per preservare l'integrità dell'istituzione, permettendo ai rappresentanti di esprimere opinioni e votare liberamente, senza timore di ritorsioni o arresti illegittimi, che potrebbero minare l'equilibrio tra i poteri». E qui, però, se non si fosse garantisti autentici e da sempre, si potr...

Senso vietato

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C’è un filo conduttore che attraversa le cronache di questi giorni. L'orrore. È questo il termine più utilizzato da media e commentatori per definire la vicenda – orrenda – accaduta a Sulmona , in Abruzzo , venuta alla luce in queste ore e che ha visto protagonista una ragazzina dodicenne, adescata da un coetaneo e violentata ripetutamente insieme a un altro ragazzo appena maggiorenne, per poi postare le squallide imprese sui social. Otto anni, invece, è l’età del bambino preso a sprangate (!) da altri ragazzini più o meno della stessa età, mentre festeggiava il compleanno in un parco di Roma . Il tutto a poche settimane di distanza dall’omicidio stradale avvenuto a Milano , quando altri quattro bambini hanno travolto e ucciso un’anziana investendola sulle strisce pedonali, mentre fuggivano a bordo di un’auto appena rubata. E a non a troppi mesi da quando un’altra ragazza poco più che bambina (14 anni!) è stata uccisa a pietrate, in Campania , dall’ex fidanzato (!). Si potrebbe con...

Una vicenda di merda

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Proprio ieri, per quanto ne comprendessi il senso, biasimavo un commento inserito in calce all’ultimo post sul massacro di Gaza, che accomunava genericamente gli “Arabi” quali persecutori di Israele. Arabi dei quali esistono invece milioni di persone per bene, che vivono ormai in tutto il mondo e che nulla hanno a che vedere coi criminali di Hamas. Poi, nel pomeriggio, la notizia dell’aggressione in un autogrill del milanese di un cittadino francese la cui colpa era indossare la Kippah ebraica, durante la fila per portare al cesso il figlio di sei anni, colpevole a sua volta di non volersi fare la pipì addosso. Lascio a chi legge indovinare il perché di una vicenda che definire “di merda” sarebbe un oltraggio alla merda. Quello che indigna, però, non è la medesima sostanza organica della quale sono composti i quattro, o cinque, coraggiosi paladini di giustizia che si sono distinti in questo nobile gesto, sicuramente fatto per salvare i bambini di Gaza. Bensì la merda, inodore e incolo...

De' relitti e delle pene

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C’erano voluti diciassette anni di botte e soprusi, perché la torinese Lucia Regna (foto) trovasse la forza e soprattutto il coraggio di separarsi dall’uomo che aveva sposato. O meglio, dall'uomo di merda che per farsi capire utilizzava le mani, oppure i piedi, se riteneva che le servisse un ripasso. Un affronto da chiarire al più presto e, come d’abitudine consolidata, senza giri di parole. Scientifico, le ha preso la testa e gliel’ha sbattuta sul pianale di marmo. Il lavoro, però, l’ha voluto finire in scioltezza. Con qualche calcio ben dato le ha sfondato la faccia, che forse andrà a posto, grazie a ventuno placche al titanio che le hanno impiantato. Dopo i mesi passati in corsia, si è recata dai carabinieri pensando così di vedere la fine di quell’incubo atroce. Invece l’hanno interrogata. Il maresciallo di turno voleva sapere da lei se quella merda di un ex avesse agito sotto l’effetto di alcool, o droga. Lo ignorava; la testata sul piano forse l’aveva distratta. «Avrà avuto...

C’era una volta una bambina

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C’è qualcosa che stride nel terribile, ennesimo, omicidio di una donna uccisa dall’ex fidanzato. Non si tratta, però, della sola efferatezza del gesto: Martina Carbonaro - questo il nome della giovane vittima assassinata qualche giorno fa ad Afragola , in provincia di Napoli - sembrerebbe essere stata uccisa a colpi di pietra. E neppure, a risultare ostica alla comune comprensione di una vicenda tragica che non può essere compresa, l’ormai ordinaria banalità del movente: «Non accettavo che mi avesse lasciato». Si tratta invece di un qualcosa che appunto stride, ma che è appunto un’altra cosa. Che lì per lì non si riesce, o non si vuole cogliere, fino a quando l’insistenza della cronaca non ti obbliga a valutare l’età della persona morta – quattordici anni! – ponendola in relazione alla fotografia che della stessa ti viene offerta dai media e che a chiunque potrebbe appartenere, tranne che a una prima adolescente. Nulla di male, si riesce ancora a pensare, se non fosse per quella qual...

Lo Stato e le canaglie

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  La sortita di Leone XIV durante la sua prima omelia da Papa celebrata domenica scorsa e apparentemente ovvia: «A Gaza i bambini muoiono di fame», induce invece a riflettere su uno scenario diventato ormai intollerabile. Una riflessione che si vorrebbe quanto più rapida possibile, giacché questa realtà, indegna di un’umanità che ancora possa definirsi tale, nei telegiornali della sera sta già producendo assuefazione, tale da suscitare l’attenzione che in genere si dedica alla pubblicità di un detersivo. Come dire che arrivati a questo punto di non ritorno più, o meno oltrepassato, continuare a sostenere le ragioni pur legittime che hanno portato lo Stato di Israele a reagire con tanta violenza all’attentato che, ad opera dei terroristi di Hamas , nell’ottobre del 2023 ha causato la morte di oltre 1200 cittadini innocenti, non basta più. Così come non sono più sufficienti a giustificare quei piccoli corpi scheletrici cui appunto stiamo facendo l’abitudine, gli abusi compiuti dai ...

Il lavoro rende liberi

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Precisiamo subito che il giudice che ha ammesso al lavoro esterno al carcere Emanuele De Maria , il pluriomicida suicidatosi qualche giorno fa gettandosi dal duomo di Milano dopo aver ucciso una collega con cui pare avesse una relazione e tentato di ammazzarne un altro, molto probabilmente si è soltanto limitato ad applicare ciò che prevede la Legge. Nessuno scandalo, quindi: se l’assassino aveva scontato in regime detentivo almeno metà della pena prevista e si comportava come un detenuto modello, l’accesso a tale beneficio era un diritto cui poteva legittimamente ambire. Senza che per questo alcun magistrato di sorveglianza – non avendo appunto la sfera di cristallo e potendosi basare soltanto sui fatti – tale diritto lo potesse negare. Quello che invece indigna, in questa ennesima tragedia annunciata, è la malintesa forma di Diritto, ossia quello che deve rendere Giustizia, secondo cui il contrappeso penale di una persona ammazzata (se uomo, o donna è un sofisma), possa concretizzar...

200 volte NO

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Le polemiche di questi giorni sull’intenzione del primo ministro israeliano di risolvere la vicenda della mancata restituzione degli ostaggi da parte dei terroristi di Hamas , occupando l’intera striscia di Gaza , se da un lato comportano obiettive perplessità anche da parte di chi sostiene le ragioni legittime di uno stato democratico, che si vorrebbe “cancellato dalla carta geografica”, dall’altro ringalluzzisce l'arroganza di personaggi tipo i "200 ebrei italiani“ a suo tempo firmatari di un manifesto che invitava l’Italia a “non essere complice” delle  presunte   nefandezze compiute, appunto, dal Governo Netanyahu . A questo proposito, infatti, vale forse la pena di ricordare, oggi, che tra quei “200” primeggiava Gad Lerner che, guarda caso, ha da poco scritto un libro sul tema per Feltrinelli : “Gaza. Odio e  - bontà sua - amore per Israele ”, assai bisognoso di essere promosso, seguito a ruota dal sempre presente Roberto Saviano , ormai inarrestabile nel dire che ...