Primavera di stoltezza
Dunque, ricapitoliamo: c’è una città nel mondo che per varie ragioni, tra cui il dettaglio di essere costruita sull’acqua, vive esclusivamente di turismo. La nostra Venezia. Un affare che ruota intorno a circa 25 milioni (!) di visitatori l’anno, con punte giornaliere che arrivano a toccare le 150.000 persone presenti in laguna. La sua particolarità è tale che, potendo, non sono pochi i promessi sposi che chiedono e ottengono di convolare a nozze, dopo essersi messi in posa davanti al ponte di Rialto, per la foto di rito da postare sui social e non più sul desueto comò. Nonostante ciò, è di queste ore l’ultimo delirio in ordine di tempo da parte di una sinistra alla ricerca di sé stessa e non più soltanto senza idee, ma addirittura senza neppure il senso del ridicolo, che sta alzando le barricate – con tanto di comitato del NO d’ordinanza – per un matrimonio. Quello del secondo uomo più ricco del mondo: Jeff Bezos. Una cerimonia per vip che, pur comportando una ricaduta economica non indifferente nel settore dei beni di lusso (che procura comunque lavoro a centinaia di lavoratori, sostenendo altrettante famiglie) e pur interessando “soltanto” duecento invitati, «Non s’ha da fare, né oggi, né mai». A dirlo però – volendo addirittura scomodare il Manzoni per una miseria del genere - non è l’irresistibile e tremebondo Don Abbondio: lui, se non altro, parlava sotto la minaccia di un prepotente, bensì l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che, a dire il vero, non è nuova a questo tipo di confusione mentale rispetto ai temi di cui si dovrebbe occupare. «Non siamo degli squilibrati – sente evidentemente l’obbligo di precisare Tommaso Cacciari, leader storico dei NO TUTTO, e in questo caso dei “NO space for Bezos” – non ci piace l’arroganza di questo miliardario». Obiettivamente debole, verrebbe da dire, la motivazione a supporto di una protesta che se da un lato si può umanamente comprendere da parte dei no global in cerca di occupazione (ma non di tipo lavorativo) e dai sempiterni Extinction rebellion, che a dire il vero non si estinguono mai, assai meno appare appannaggio di chi dovrebbe spendersi per tenere alti i valori della Resistenza, piuttosto che fare resistenza ai valori, intesi appunto come economia territoriale. Ancora più agguerriti quelli del Laboratorio occupato Morion, che per bocca di Alice Bazzoli – evidentemente occupata in altre faccende 11 anni fa, quando al posto del patron di Amazon, davanti all’altare c’era l’icona cinematografica Dem, il bravissimo George Clooney – a differenza di allora, intendono impedire oggi «L’accesso alla chiesa via mare e via terra con i (loro) corpi», per poi subito precisare che (non si sa se dall’aria) non si farebbero «Problemi a violare la zona rossa, se mai ci fosse». Comica, se non fosse drammatica, chissà perché questa vicenda che sembra frutto della fantasia di Pupi Avati, fa venire in mente il finale di un racconto di Beppe Fenoglio, che il partigiano nelle Langhe lo aveva fatto sul serio. “Pioggia e la sposa” si intitolava. Una storia breve e irreale in cui il protagonista bambino accompagna la zia bigotta e il cugino fattosi prete solo per compiacere la madre, a un matrimonio in un paese diverso dal proprio. A piedi, ignaro persino di chi fosse la sposa, viene sorpreso da un violento acquazzone estivo. Si lascia andare: «(...) mi sentì dentro un po’ di calore – scriveva l’autore di Primavera di bellezza agli inizi degli anni ‘50 – ed insieme una voglia di piangere. Un po’ piansi, in silenzio, da grande, dovevo solo badare a non singhiozzare». Forse, pensando alle odierne battaglie dell’Anpi, anche Sandro Pertini farebbe lo stesso.

Commenti
Spero di poterlo incontrare e chiedergli cosa pensa di questa anpi contro l'Ucraina, contro Israele, contro la Brigada Ebraica, contro il lavoro generato da un evento abbastanza eccezionale come il matrimonio a Venezia di un super miliardario.
Di questa ANPI woke che tanto poco conserva dei valori della Resistenza.
Nadia Mai
Per me Bezos si può sposare dove caspita vuole, ma visto che ha scelto Venezia gli si potrebbe chedere (e non avrebbe certamente problemi di conto corrente) il versamento di un generoso obolo per il mantenimento e la conservazione della città.
La si potrebbe considerare una piccola vittoria "partigiana"!!!
Chissà!!!
Enrico
Ho parlato col mio amico dell'ANPI. Ribadisco, persona amabile, a tal punto che temo non riesca a vedere il male nemmeno con la lente d'ingrandimento.
Mi ha assicurato che la posizione dei partigiani è ben lontana da quella di Pagliarulo e che, se così non fosse, lui si sarebbe dissociato.
Secondo lui certe esternazioni sono frutto di menti deviate "staliniste".
Probabilmente coesistono diverse sensibilità, ma forse si evidenziano quelle più deteriori.
Nadia Mai
La figura di Pertini dovrebbe essere un "timone" per l'ANPI, di oggi e del futuro, ma ci vogliono persone sensibili alle lezioni ricevute e non solo propense a volerle dare.
Comunque voglio essere fiducioso, fino ad essere smentito. E spero ovviamente di no!!!
Enrico