Inciampati speciali

C’è qualcosa di ancora più disgustoso dell’arroganza e della violenza politica che, nascosta dietro a striscioni inneggianti a terroristi assassini, volgarizza e offende nella piena, rassegnata, accettazione di manifestanti cosiddetti pacifici, sindacati e partiti politici aderenti, una data nella quale si dovrebbe, in silenzio, celebrare soltanto il dolore delle vittime di quegli stessi assassini. Si tratta dell’arroganza ammantata del moralismo di chi pretende di avere ragione, senza neppure immaginare la legittimità di un’altra posizione, quand’anche parzialmente, contraria. Un presupposto di melensa superiorità etica e morale, in conseguenza del quale il mondo intero dovrebbe sentirsi in debito altrettanto morale, per il solo fatto che certi individui esistano. Di sicuro deve ringraziarli la politica in generale, che ormai priva di vergogna, prima ancora di idee, appare impegnata soltanto nella ricerca di testimonial capaci di portare voti. Il sessismo di Vannacci e le occupazioni abusive di Salis fino a ieri, l’antisemitismo militante e negazionista di Albanese oggi (e soprattutto domani), in un susseguirsi di slogan che ormai da tempo hanno finito col sostituire i programmi. Un’arroganza ignorante della Storia e conseguentemente idiota nel manifestarsi, che mentre qualche decennio fa sarebbe stata salutata a pernacchie, oggi assurge invece a dignità sacrale. Mistica addirittura, nel segno infallibile dell’illuminazione dogmatica di chiunque ritenga di agire nel nome dell’entità divina che lo guida. A questa già nutrita categoria di idioti totali, lo scorso 4 ottobre si è aggiunta – massiccia – la compagine del cosiddetto Collettivo Frà Tau, ossia un gruppo romano di improbabile ispirazione religiosa, che agirebbe appunto nel nome del segno del Tau. Ossia la croce un po’ sbilenca dei francescani. Un tratto distintivo, a dire il vero, che per loro sembrerebbe risultare assolutamente superfluo, tenuto conto che a distinguersi provvedono da soli, sulla base di quella semplice dignità dell'esistenza in vita che il santo frate di Assisi riconosceva a qualsiasi essere senziente. Foss’anche appunto demente. E proprio nel giorno in cui ricorreva la festa del patrono d’Italia, infatti, questi personaggi «Animati da un’urgenza artistica, politica e culturale che prende forma in un nuovo movimento capace di denunciare senza gridare, di scuotere senza ferire, di farsi vedere e ascoltare senza arrecare danno - sempre secondo la loro obiettiva opinione - alla comunità civile» hanno ritenuto utile collocare adesivi (guarda caso) rossi coi nomi e le età di persone palestinesi vittime della carneficina di Gaza, a fianco (alcuni sopra) delle pietre d'inciampo che, a Trastevere e in altri punti della capitale, ricordano gli ebrei morti nei campi di concentramento. Una equiparazione disgustosa che, assai lontana dalla mistificazione grossolana con cui provano a proporre (di contrabbando) il legittimo pari valore in assoluto per ogni vittima della violenza, tende invece a porre sullo stesso livello i carnefici. Si dà il caso, infatti, che quegli ebrei ricordati da quelle pietre non siano morti in conseguenza di un’azione di guerra, per quanto terribile, al pari dei civili di Dresda, o Torino, durante la seconda guerra mondiale, bensì sterminati sulla base di una deliberata delirante premeditazione nazista. Un disegno pianificato e non a caso denominato “soluzione finale”, postulato sull’idea folle e genocida – quella sì! - di una supremazia razziale, che intendeva – allora come ora – far sparire quel popolo - in quanto tale - dalla faccia della terra. Ma la cosa ancora più aberrante di questa vicenda schifosa è che i moralisti d’accatto e indegni della croce di cui si fanno vanto, hanno ritenuto di delegare questa «scelta etica e poetica allo stesso tempo» consistente nientemeno che nello «usare l’arte (sic!) come strumento di guerriglia simbolica, come gesto radicale ma sostenibile, come linguaggio capace di generare consapevolezza» ai propri bambini. Postandone i video in rete, neppure a dirlo, dove voci paterne quanto brutali  spiegano ai pargoli che quella vergogna adesiva, di cui li rendono esecutori inconsapevoli, serve a «ricordare altri bambini come voi». Solo quelli che vogliono loro, ovviamente, giacché di adesivi coi nomi dei piccoli ebrei trucidati a decine il 7 ottobre 2023, purtroppo non c’è traccia. https://www.facebook.com/watch/?v=1356621246172818 C’è un dipinto (immagine) nella chiesa di san Francesco, a Greccio, presso il santuario del presepe, in provincia di Rieti, che raffigura uno stupendo Stabat Mater sui generis. In esso un pittore ignoto, intorno alla fine del secolo XV, immagina una forzatura cronologica di oltre un millennio, nella quale ritrae il santo frate Francesco avvolto nel saio, piangente, ai piedi di un trentatreenne morto ammazzato, anch’egli, dalla perfida mano giudea. Un promemoria per i Frà Tau con tanto di preghiera annessa. Inserire nella prossima adesione alla protesta autoadesiva, anche l’adesivo rosso col nome di Cristo. Affinché, come sostengono, «la memoria non si riduca a un rituale sterile». E a questo punto addirittura incompleto, va precisato.

 

 

 



  

Commenti

Rosario Failla ha detto…
La visione del pittore ignoto e il richiamo al “promemoria per i Frà Tau” offrono una riflessione attuale sul valore dei simboli e sulla tentazione di ridurre la memoria a semplice gesto. La scrittura è precisa, lieve ma profonda, e trasmette con autenticità la sensibilità di chi conosce bene il linguaggio dell’arte e dell’anima.
Bravo Maurizio sei sempre preciso come solo tu sai fare.
Massimo Terrile ha detto…
Come fa notare Maurizio, evidentemente i ‘bravi’ adepti della confraternita Frà Tau hanno le idee un po' confuse, scambiando i palestinesi, le cui immagine hanno affisso su quelle di alcune delle vittime della violenza nazista, per ‘vittime’ pure loro, al pari di queste ultime. Se con questo gesto intendevano stigmatizzare il comportamento del governo attuale dello Stato di Israele accusandolo di razzismo e/o di genocidio verso il popolo palestinese, hanno confuso le cause con gli effetti. Mentre l’eccidio degli ebrei europei è stato un atto dovuto alle ragioni ideologiche naziste contro un’etnia inerme, quello attuale perpetrato dal governo di Israele verso i palestinesi è un atto di guerra, scatenata da Hamas il 7 ottobre 2023.
Sulle ‘ragioni’ dei due popoli, dovute essenzialmente a opposte visioni 'teologico-politiche' (ebraismo vs islamismo), che mescolano stato e religione, vale la pena di soffermarsi per cercare di comprenderne l’origine, ossia “quello che gli altri non dicono”.
Nella Bibbia ebraica (Genesi, 9) si narra che Noé, in un eccesso d’ira, maledice la discendenza di Cam (Canaan) auspicando che sia schiava degli schiavi degli altri fratelli, Sem e Jafeth. In seguito (10.19) si afferma che la discendenza di Canaan migrò a Sud-Ovest, nell’attuale Palestina, fino a Gaza. Quella di Jafet a Ovest, e quella di Sem a Est. Più avanti (Genesi 12), Abramo, discendente di Sem, su invito del Signore, parte da Ur dei Caldei (Iraq) con la famiglia per recarsi nella terra di Canaan, dove si ferma nell’attuale Nablus presso il querceto di Moré, e lì il Signore gli dice “ai tuoi discendenti darò questa terra”, incurante (?) del fatto che già vi abitavano i Cananei. Nel seguito, in Genesi (15,18), Esodo (23,21) e Numeri (34) il Signore indica a Mosé i confini precisi della 'terra promessa', aiutando poi i discendenti di Sem a conquistarla. Quindi, guerre fratricide tra Semiti e Cananei. Ancora oggi ...
Nel Corano, per contro, nella Sura IX.29 (Il pentimento o la disapprovazione), il Profeta dice “Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo (15), e siano soggiogati”.
A questo punto lascerei a chi legge le conclusioni...
Anonimo ha detto…
Non entro nel dibattito dotto su Bibbia e Corano. Vero che ci sono pulsioni religiose che sottendono all'odio tra Ebrei e Palestinesi. Osservo però una differenza: mentre i musulmani sono, nella quasi totalità, fanaticamente adoratori di Allah, nel cui nome hanno conquistato, sottomesso e convertito popoli dal Magreb all'Indonesia, gli Ebrei si sono accontentati di una piccola porzione di terra dove confluire dopo secoli di persecuzioni nella diaspora. Hanno trasformato il deserto in giardino e hanno costituito l'unica piccola enclave democratica in un territorio arretrato economicamente e, soprattutto, culturalmente. Vero, anche tra gli Israeliani ci sono porzioni di fanatismo religioso che incidono in parte sulle politiche di Israele, ma niente di equiparabile alla barbarie diffusa tra i Palestinesi.
Ciò detto, vorrei far notare come i vari Frà Tau et similia, tanto lacerati dal profondo dolore per il "genocidio" di Gaza, non si sognano neppure di sollevare la benché minima protesta nei confronti, non dico dell'Africa dove i Cristiani sono massacrati dai Musulmani (si sa l'Africa è lontana e poi sono tanti e neri), ma dei civili bombardati quotidianamente in Ucraina solo perché osano, con un coraggio ormai a noi sconosciuto, difendere la propria libertà e indipendenza da un aggressore non meno barbaro delle orde islamiche che hanno sottomesso mezzo globo (e che continuano a farlo con l'arma della demografia oltre che del terrorismo).
Anonimo ha detto…
Purtroppo ho impostato "anonimo" per errore e non riesco a correggere.
Comunque l'ultimo post l'ha scritto Nadia Mai e lo rivendica.

I meglio

200 volte NO

Liceo Pol Pot

Cacciateli

Una vicenda di merda

Lo Stato e le canaglie II