Partito di testa

La nostra preoccupazione è fortissima su quello che sta accadendo in medio oriente. Sin da sabato 7 ottobre abbiamo assunto una posizione di netta, dura e ferma condanna degli attacchi terroristici di Hamas che si sono verificati con violenza efferata nei confronti dei civili israeliani. Non è un caso, è stata una scelta deliberata che ha chiarito, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la vera natura di Hamas: un’entità terroristica che ha in sprezzo la vita.

Quando non si hanno idee proprie, purtroppo, capita spesso di dover seguire quelle degli altri. Una conseguenza sempre più frequente in seno alla nostra politica, accentuata dalla necessità sempre più stringente di dover sottostare ad alleanze elettorali indispensabili, per chi vince, a governare e per chi perde a non sparire. Il ruolo di vittima più illustre in questo panorama desolante, da un po’ di tempo a questa parte sembra essere saldamente mantenuto dal Partito Democratico, riuscito nel non semplice miracolo di perdere del tutto la propria identità, tenendo in vita e facendosi tutt’ora dettare l’agenda politica, da quel che resta del Movimento 5stelle, disintegratosi tra il dissesto contabile delle finanze nazionali, conseguenza dell’abolizione della povertà per Legge e il caos organizzativo e normativo connesso ai quotidiani bollettini di guerra recitati ogni sera dall’ex premier Conte (o Giuseppi, come lo chiamava allora l’ex amico Donald Trump), durante il Covid.

Noi abbiamo detto che dobbiamo fermare e contrastare Hamas perché è un’organizzazione terroristica, per altro fortunatamente già riconosciuta come tale anche a livello di Unione europea. Quindi ci mettiamo nel solco della posizione internazionale. Su questo non ci possono essere dubbi né ambiguità, sul nostro atteggiamento nei confronti della minaccia terroristica che Hamas configura.

Non pago di questo, il PD guidato oggi da Elly Schlein è stato addirittura capace di rendersi ostaggio di quel che invece rimane della sinistra estrema di Nicola Fratoianni – noto, più che altro, per la vergogna (soltanto sua) di possedere un’automobile Tesla - e dei verdi del geometra Angelo Bonelli, che alle ultime elezioni hanno raggiunto una significativa percentuale di voti pari a ben il 3,63 % (tre-virgola!) di consensi. Un gradimento plebiscitario di grande aiuto al partito di testa dell’alleanza di centro sinistra, forse gratificato dal fatto che i voti ottenuti dai preziosi alleati fossero comprensivi dei 176.368 raccolti dalla pluricondannata in via definitiva Ilaria Salis, così miracolata dalla detenzione ungherese in cui si trovava, con l’accusa ancora pendente di tentato omicidio.

Oggi è il momento della politica e di provare a fare ogni sforzo per isolare Hamas nel popolo palestinese e nel mondo arabo.

Ancora in caduta libera, in cerca di un santo cui votarsi per accaparrarsi quel consenso che vede dissiparsi a ogni consultazione nazionale, o locale, il partito nato dalla fusione di quelli che furono di Berlinguer e di Andreotti si è messo a inseguire le piazze. Trovandole però già ingombrate dal proprio sindacato di bandiera, la CGIL, che ormai del tutto disinteressato alle problematiche del lavoro per il quale è stato creato, cerca attraverso il suo capo – Maurizio Landini – di occupare spazi propedeutici a più remunerate e gratificanti carriere politiche. Ma non solo da loro. La piazza che il Pd non disdegna e dalla quale non si distacca, neppure quando sberleffa un proprio sindaco che si permette di citare gli ostaggi israeliani ancora nei tunnel di Gaza city dal 2023, è piena di bandiere che inneggiano ad Hamas. Oltre che di striscioni atti a definirne “Resistenti” gli affiliati ed eroi i marinai improvvisati, tra cui parlamentari pd, avs e 5 stelle (questa volta in coalizione balneare con tanto di crema solare), salpati alla volta di Gaza con stive di aiuti umanitari che poi sono risultate vuote e, quel che è peggio, alcuni documenti ipotizzano essere state finanziate proprio da Hamas.

Chiaramente credo che essendo Hamas un’organizzazione terroristica non possa ricevere aiuti di alcun tipo.

Per poi distinguersi, sempre il PD, nel delirio finale di astenersi dal votare un piano di pace che, persino con l’approvazione incondizionata degli Arabi, al primo punto metterebbe Hamas definitivamente fuori dai giochi e, soprattutto, dalle vite dei palestinesi che opprime.

Quei corsivi durante il testo? Nulla di che: dichiarazioni rilasciate al Foglio in una intervista del 2023. Come da chi? Dal segretario del PD Elly Schlein: chi altro? 

https://partitodemocratico.it/schlein-nessun-distinguo-su-hamas/

https://www.ilfoglio.it/politica/2023/10/14/video/schlein-la-manifestazione-pd-dell-11-novembre-sara-a-piazza-del-popolo--5783460/


 

Commenti

Antonio D. ha detto…
Come al solito hai messo giù’ in bella copia e con completezza quanto mi girava nella mente. Ti ringrazio per l’aiuto. Ora ho le cose in ordine ...
Anonimo ha detto…
Magistrale!
In tutto ciò vedo solo la vittoria planetaria della strategia di Putin. Ma sta vincendo solo una battaglia perché, quando l'arma dell'Islam che sta usando con abilità ed efficacia gli si rivolterà contro, capirà che aveva in mano una granata a cui aveva tolto la sicura.
Sarà troppo tardi, per lui e per il mondo ormai popolato di islamici e sottomesso alla sharia. E, in questo mondo islamizzato, non vedo la nascita di un Messia che possa cambiare di nuovo il corso della storia.
Anonimo ha detto…
L'ultimo commento è dell "anonimo" Nadia Mai
Mauro M ha detto…
Bel pezzo

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